Effetto di Cinacalcet sulla malattia cardiovascolare nei pazienti che si sottopongono a dialisi
Si pensa che i disturbi del metabolismo minerale, incluso iperparatiroidismo secondario, contribuiscano alla calcificazione extrascheletrica ( anche vascolare ) in pazienti con nefropatia cronica.
È stato ipotizzato che il trattamento con l’agente calciomimetico Cinacalcet ( Mimpara ) possa ridurre il rischio di decesso o eventi cardiovascolari non-fatali in tali pazienti.
In uno studio clinico, 3.883 pazienti con iperparatiroidismo secondario da moderato a grave ( livello mediano di ormone paratiroideo intatto, 693 pg per millilitro [ da 10 a 90esimo percentile, da 363 a 1694 ] ) che si sottoponevano a emodialisi sono stati assegnati in maniera casuale a Cinacalcet o placebo.
Tutti i pazienti sono risultati idonei a ricevere la terapia convenzionale, incluso i leganti del fosfato, gli steroli della vitamina D, o entrambi.
I pazienti sono stati seguiti fino a 64 mesi.
L’end point primario composito era costituito da tempo al decesso, infarto del miocardio, ricovero in ospedale per angina instabile, scompenso cardiaco o un evento vascolare periferico.
L’analisi primaria è stata effettuata sulla base del principio per intention-to-treat.
La durata mediana della esposizione al farmaco in studio è stata di 21.2 mesi nel gruppo Cinacalcet versus 17.5 mesi nel gruppo placebo.
L’end point primario composito è stato raggiunto in 938 dei 1948 pazienti ( 48.2% ) del gruppo Cinacalcet e 952 dei 1935 pazienti ( 49.2% ) del gruppo placebo ( rischio relativo nel gruppo Cinacalcet vs gruppo placebo, 0.93; P=0.11 ).
Ipocalcemia ed eventi gastrointestinali avversi sono risultati significativamente più frequenti tra i pazienti trattati con Cinacalcet.
All’analisi non-aggiustata per intention-to-treat, Cinacalcet non ha ridotto in modo significativo il rischio di decesso o eventi cardiovascolari maggiori nei pazienti con iperparatiroidismo secondario da moderato a grave sottoposti a dialisi. ( Xagena2012 )
EVOLVE Trial Investigators et al, N Engl J Med 2012; 367: 2482-2494
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